SPUNTI(NI)#5: ILARIA URBINATI

4 dicembre 2025 - illustation

Ciao Ilaria! Sei al lavoro da ore e ti si incrociano gli occhi. Che spuntino ti concedi?

Un pezzo di cioccolato e un po’ di frutta secca, sono il mio spuntino preferito, grissini e taralli in alternativa.

Merenda a parte, per quante ore al giorno vesti i panni dell’illustratrice?

Dipende! Le ore “produttive” in cui disegno, dipingo e creo se sono 4/5 al giorno la posso considerare un’ottima giornata, ma ci sono quotidianamente delle ore che sono dedicate alla gestione del lavoro: mail, telefonate, recupero informazioni etc.
Cerco di avere orari il più possibile regolari come 9,30/18,30 con pausa pranzo in mezzo, e vado a yoga un paio di volte settimana. Come a tutti i freelance può succedere che io faccia la lezione la sera o lavori qualche weekend e qualche dopocena, ma sono eccezioni.

Da chi hai preso spunto per il tuo primissimo disegno?

Non mi ricordo: ho iniziato a disegnare da piccolissima: ovviamente partendo dal muro dietro al divano quando avevo due/tre anni. Il disegno è sempre stato il mio posto felice.

E ora invece, chi ti piace?

La mia illustratrice preferita è Grazia Nidasio di cui colleziono anche i libri, ma adoro anche i lavori di quel talento sfolgorante che è Isabella Mazzanti, i libri di Isabelle Arsenault, i colori di Ping Zoo e lo stile totale di Victoria Semykina e di mille altri: mi piace sempre moltissimo sfogliare

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C’era una volta la pagina bianca: ti spaventa? Da cosa inizi, come nasce una tua illustrazione?

Non mi spaventa, anzi, la pagina bianca è sempre un rifugio e so che se mi metto a disegnare non importa cosa farò, ma dopo mi sentirò più contenta. Per iniziare a lavorare mi affido a una playlist e comincio a fare sketch in libertà su uno dei mille quaderni che ho sul tavolo, a volte uso le matite a volte gli strumenti che ho sotto mano: acquarelli, pastelli, penne: in quegli scarabocchi c’è sempre qualcosa che posso portare avanti. Tendo ad essere schematica e disciplinata nella vita e nell’organizzazione del lavoro, ma molto intuitiva e libera nel disegno.

Cosa ascolti (o guardi!) mentre sei al lavoro?

Musica di qualsiasi genere se devo creare da zero perché, dopo un po’, quando sono nella concentrazione assoluta non percepisco più nulla. Se, invece, devo colorare o portare a definitivo un artwork ascolto podcast (Barbero il mio preferito) o
ri-ascolto qualche serie tv che mi è piaciuta e che ho già visto.

Ti fanno più paura gli squali, i ragni o l’intelligenza artificiale?

L’intelligenza artificiale generativa in sé non mi fa paura, ma mi fa molta paura come è stata sviluppata, molti modi in cui viene utilizzata (dai deep fake alla ghiblification), e il suo impatto ambientale. Le conseguenze sociali della scarsa normazione di questi servizi mi spaventano assai più dei ragni e degli squali. Parafrasando le parole di Tegamini “la AI mi traduce istantaneamente gli ideogrammi mentre sono nella metropolitana di Tokyo e mi aiuta a orientarmi? Gaudio e meraviglia. Chat GPT crea illustrazioni “Stile ghibli” senza il consenso di Myiazaki
calpestando la sua arte per portare profitto ad aziende già multimiliardarie? NO GRAZIE”.

Marie Kondo sarebbe fiera della tua scrivania, o il tuo piano di lavoro è punk come insegna ZeroCalcare?

Il mio piano di lavoro è piuttosto punk, ma lo pulisco una volta a settimana, quindi mantiene uno stato decoroso, rimane forse troppo massimalista per Marie Kondo.

Da oggi entrano nel catalogo illustation 7 tue nuove illustrazioni. Qual è quella che al momento ti rappresenta di più? Ti va di raccontarcela?

In questo momento mi sento molto rappresentata dall’immagine che ho intitolato “Catching butterflies”, perché è proprio così che mi sento quando cerco la sintesi tra segno spontaneo, colore, disegno e concetto. Come affacciarmi a una finestra e
cercare di acchiappare qualcosa di bellissimo e fragile.

Se “Catching butterflies” fosse una canzone, quale sarebbe?

“Dandelion” dei Jealous of the birds.