SPUNTI(NI)#3: Nicolò Canova

9 ottobre 2025 - illustation

Ciao Nicolò! Sei al lavoro da ore e ti si incrociano gli occhi. Che spuntino ti concedi?

Normalmente non manca mai un frutto oppure uno snack sulla mia scrivania; sono una buona forchetta e devo placare spesso la fame che mi assale dopo alcune ore per poter tornare al lavoro.

Merenda a parte, per quante ore al giorno vesti i panni dell’illustratore?

Naturalmente dipende dal flusso di lavoro del momento, ma cerco di tenere un ritmo di circa 6 ore al giorno, normalmente pomeridiane. Ritengo che sia importante dedicare una buona parte del mio tempo anche alla mia vita privata. Porto come me, però, sempre il quaderno degli schizzi; non so mai quando l’ispirazione può colpire.

Da chi hai preso spunto per il tuo primissimo disegno? 

Durante i primi tempi di studio ero molto affasciato dalle composizioni di Sergio Toppi e la freschezza della mano di Massimiliano Frezzato.

E ora invece, chi ti piace?

La domanda è molto difficile perché stimo moltissimi artisti: da quelli storici come Depero o Hockney a quelli contemporanei come Mattotti, Amargo, Pastori, Casagrande, Zagnoli, Pronostico e tanti altri, ciascuno per la sua unicità.

C’era una volta la pagina bianca: ti spaventa? Da cosa inizi, come nasce una tua illustrazione?

Devo dire che solo con l’esperienza sono andato oltre al panico del foglio bianco, ma alcune volte ancora mi fa timore. Quando mi arriva una commissione, di solito, parto spesso dalle parole. Su grandi fogli A3 inizio a scrivere e associare idee: questi concetti poi prendono forma in bozzetti microscopici, disordinati e incomprensibili per chiunque. Alcuni attirano la mia attenzione più di altri e allora inizio a esplorarli, disegnandoli più grandi e dettagliati. Dopo che un bozzetto viene scelto, inizio a giocare con i colori fino a che non trovo la palette perfetta. 

Voilà, in digitale o in manuale, l’illustrazione prende vita.

Se, invece, devo iniziare a disegnare qualcosa di personale, trovo estremamente elettrizzante buttarmi su un foglio bianco: è il mio mondo senza nessun orizzonte.

Cosa ascolti (o guardi!) mentre sei al lavoro?

Normalmente le mie giornate sono scandite dai ritmi di musica prevalentemente elettronica o dalle parole dei vari Podcast che mi fanno compagnia.

Ti fanno più paura gli squali, i ragni o l’intelligenza artificiale?

Le rane! 

Non vedo ancora l’intelligenza artificiale come un nemico ma piuttosto come uno strumento, al massimo, con cui lavorare e sperimentare. 

Nicolò Canova è l'artista del mese di ottobre. Qui trovi tutte le sue opere.
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Marie Kondo sarebbe fiera della tua scrivania, o il tuo piano di lavoro è punk come insegna ZeroCalcare?

Credo che se Marie Kondo mi vedesse durante la giornata lavorativa si metterebbe a piangere. Però, a fine giornata, cerco di rimettere tutto sempre al suo posto. 

Da oggi entrano nel catalogo illustation 8 tue illustrazioni. Qual è quella che al momento ti rappresenta di più? Ti va di raccontarcela?

Sono molto affezionato a tutte quante però credo che “Mentre aspetto” rispecchi più il Nicolò di adesso: una figura che guarda meravigliata e pensatrice l’orizzonte, pieno di colori, e che, rivolta al futuro, si lascia ispirare per nuove avventure nel mondo.  

Se “Mentre aspetto” fosse una canzone, quale sarebbe?

“Summer on a solitary beach” di Franco Battiato.